H.P. Lovecraft - I Racconti del Necronomicon
Come già ho scritto in un altro topic di questa sezione, H.P. Lovecraft (Providenze, 20 Agosto 1890 - 5 Marzo 1937) è uno degli autori che mi sta più a cuore.
Qui vi propongo non un romanzo, ma un intero ciclo di racconti (ispirato, come l'intera sua opera letteraria, a una singolarissima concezione del Cosmo)
I racconti sono quelli del "Necronomicon", che comprendono anche il (forse) più famoso Ciclo dei Miti di Cthulhu.
Il Necronomicon è, almeno ufficialmente, solo un'invenzione di Lovecraft, uno scherzo per i letterati della sua epoca, ma tutt'oggi una numerosa schiera di appassionati è convinta che sia realmente esistito.
Secondo le fonti ufficiali consultate H.P. Lovecraft scrisse (non con intenti di pubblicazione) una breve "Storia editoriale del Necronomicon", che si diffuse rapidamente tra gli estimatori della narrativa fantastica, raggiungendo una fama superiore alle aspettative e alle intenzioni (appunto scherzose) dello stesso autore.
Il titolo originale dell'opera è "Al Azif" ("azif" è la locuzione araba per indicare gli strani rumori notturni prodotti dagli insetti, ma che erano attribuiti agli ululati dei Demoni). L'autore era Abdul Alhazred, un poeta folle nativo di Sana (capitale dello Yemen), vissuto (secondo quanto si dice) nel periodo dei Califfi Omniadi (intorno al sec VIII d.C.).
Nell'ultimo periodo della sua vita abitò a Damasco, dove scrisse "Al Azif". Sono molti i racconti che parlano della sua follia, e del suo trapasso (o scomparsa?), nel 738 d.C., venivano descritti particolari terribili e contraddittori.
Secondo Ibn Khallikan (un biografo del sec XII) "venne afferrato in pieno giorno da un mostro invisibile e divorato in maniera agghiacciante di fronte a un gran numero di testimoni gelati dal terrore".
L'Al Azif, che venne diffuso largamente (benché in segreto) tra i filosofi dell'epoca, intorno al 950 venne clandestinamente tradotto in greco dall'erudito bizantino Teodoro Fileta col titolo "Necronomicon" (da necros=morti, nomicon=leggi, regole, il Libro delle leggi che governano i morti)
Finchè non venne bruciato (circa un secolo dopo, dal Vescovo Michele, Patriarca di Costantinopoli) fu artefice di una serie di innominabili esperienze.
Numerose traduzioni (anche in lingua italiana) si sono susseguite nel corso dei secoli, a partire da quella traduzione greca del Fileta.