Paul Edgecomb è un anziano signore che vive in un ospizio, gli piace fare lunghe passeggiate.
Un giorno, mentre sta guardando la tv insieme ad altri, alla visione di un vecchio film si mette a piangere.
Così, all'amica Ellaine, inizia a raccontare la sua storia.
Nel lontano 1935 era responsabile del braccio della morte, lo chiamavano il miglio verde per il colore del pavimento.
Nel braccio arriva un nuovo detenuto, un omone di colore che sembra un po' tardo, John Coffey, accusato di aver ammazzato due bambine.
Intanto il capo di Paul è preoccupato per la moglie, a causa di numerose fitte alla testa che ha.
Paul però ha anche un infezione alle vie urinarie che gli causano dolori.
Dopo che han portato dentro un altro detenuto, John Coffey fa il miracolo semplicemente toccandolo... lì.
Il giorno dopo Paul gli porta un po' di focaccia... con i ringraziamenti da parte anche della moglie.
Nel frattempo si fa vivo un topo, che torna a far visita più e più volte.
Verrà schiacciato da Percy, ma grazie a John torna "magicamente" in vita.
Percy non è la persona adatta per lavorare nel braccio della morte, infatti lui vorrebbe solo veder friggere qualcuno per poi far domanda altrove.
Così, gli vien data l'occasione, spiegandogli di mettere anche una spugna bagnata, così la corrente elettrica arriva più rapidamente "a destinazione".
Ma lui non lo fa solo per il gusto di vedere cosa succede... e succede il finimondo.
Il giorno dopo prendono John per portarlo dalla moglie del capo di Paul, che nel frattempo è peggiorata, e fa un altro miracolo.
Così John spiega a Paul, semplicemente toccandolo, che lui è innocente, il vero colpevole è l'altro nuovo arrivato, lui aveva tentato di salvarle, ma colto con le bambine fra le mani, in più essendo nero, han dato la colpa a lui.
Dopo l'esecuzione di un innocente come John, nessuno di loro ha mai più lavorato nel miglio, chiedendo di lavorare altrove.
Il film è uno dei migliori tratti dai libri dell'ormai affermatissimo Stephen King.
Per la parte di John Coffey all'inizio era stato preso in considerazione Bruce Willis, che lui ha rifiutato proponendo appunto Michael Clarke Duncan, che, guarda caso avevano recitato insieme in Armageddon.
Ottima l'interpretazione da parte di tutti, sembra quasi di assistere insieme a loro ai piccoli grandi miracoli che succedono nel braccio.
Buone le musiche, la colonna sonora e la fotografia.