Il disco Un'altra me spiazza e convinceRicordate la ragazzina che colpì pubblico e critica per il suo candore sul palco di Sanremo '97, vincendo la categoria giovani con la melensa "Non ci sto"? Dimenticatela. Ricoperta di (bellissimi e colorati) tatuaggi, madre della piccola Alice e sposa del produttore Pierpaolo Peroni (dietro di lui il successo degli 883),
Syria ha appena pubblicato "
Un'altra me". E volta pagina. Coraggiosa, spiazzante e fantasiosa, l'artista interpreta undici brani della scena "indie" e l'inedito "Momenti", scritto da Sergio Endrigo e presentato (senza successo) per il Festival di Sanremo.
Da Syria ci si aspetta un disco pop, leggero e che abbia successo in estate candidandosi a tormentone. E invece no. Con il suo settimo album Cecilia Cipressi (è il suo vero nome)
cambia volto, anzi dodici volti, e si presenta al suo pubblico per spiazzare, ma anche per ammaliare con nuovi sound e brani famosi nella scena underground musicale, ma sconosciuti al grande pubblico. Le canzoni sono dei Nothpole, Deasonika. Non voglio che Clara, Filippo Gatti, Mambassa, Perturbazione, Marta sui Tubi, Blume, Marcilo Agro e Atleticodefina.
E allora entriamo nel mondo fatato di Syria. Sulla copertina del disco la cantante è ritratta come fosse
un fumetto mentre stira i panni in mezzo ad un bosco incantato. Il booklet è essenziale ma ricco di fantasia, sono addirittura ritratti i
numerosi pupazzi che Syria confeziona artigianalmente per passione. “Un'altra me” si apre con “
La distanza” dei Northpole, il primo singolo raccontato anche dal videoclip – per la regia di Romana Meggiolaro -, che descrive la necessità di inseguire un'intuizione. Il secondo singolo è la travolgente
“Canzone d'odio” dei Mambassa con un riff elettronico che cattura sin dalle prime note.
Da segnalare anche "
Momenti" scritta da Sergio Endrigo e musicata da Cesare Malfatti (La Crus). Il brano è stato presentato per Sanremo, ma non ha riscontrato il gradimento della Commissione selezionatrice. Peccato perché "
Momenti" ha un'atmosfera quasi da sogno, inizia con un crescendo di archi ed elettronica. "Troppo silenzio per aver voglia di cantare/ viene voglia di lasciarsi andare/ - canta Syria - non comprare più il giornale/ è questa nuova indifferenza/ che le stelle e tutti i sogni miei porta via".
Una piccola poesia forse troppo intimista per un palcoscenico fatto di lustrini e paillettes. La canzone ha anche un valore affettivo molto importante per Syria, dal momento che Endrigo era uno dei più cari amici del padre,discografico importante del passato. Tra le chicche del disco anche “Quattro gocce di blu” dei Perturbazione, gruppo osannato dalla critica e “Terra” dei Marcilo Agro. Quest'ultimo brano ha un ritmo coinvolgente che termina sul finale con una risata e una voce di bimba, quasi fosse una dichiarazione d'amore con la propria figlia.
Un'altra Syria,
un'altra occasione per un'interprete che ha abbandonato la vecchia etichetta discografica (la Warner) per essere più libera. Libera di creare e anche di far entrare la fantasia e lasciarla correre lungo dodici convincenti e belle canzoni.
fonte:tgcom.mediset.it